La Microfusione

La fusione a cera persa in gioielleria

Il metodo di fusione a cera persa o microfusione viene tuttora utilizzato nel settore della gioielleria per creare gioielli in oro o argento.

Si inizia creando il modello del gioiello che può essere realizzato in cera oppure in metallo.
Può essere lavorato a mano o utilizzando apposite macchine.
A questo sono aggiunti dei canali di entrata detti "di alimentazione".

Ultimato il modello o prototipo viene creato lo stampo con gomme speciali, in silicone a freddo per i modelli in cera oppure a caldo per i modelli in metallo.
Questo processo avviene attraverso la vulcanizzazione della gomma (stampo per la riproduzione), copiando il prototipo nei minimi particolari.

Nello stampo in gomma con l’impronta del prototipo viene iniettata, grazie ai canali di alimentazione, della cera liquida per riprodurre copie in serie del modello.

I modelli realizzati vengono saldati su di un perno in cera e disposti a grappolo d’uva.
Il perno viene inserito all’interno di un cilindro in ferro e riempito di gesso liquido.
Con una macchina viene vibrato e creato il vuoto eliminando l’aria al suo interno.

Quando il gesso è duro viene messo in un forno a temperatura di circa 200° per far colare ed eliminare la cera interna.

Una volta asciutti e svuotati dalla cera, i cilindri vengono portatati a una temperatura di circa 800° per poter colare il metallo fuso che andrà a riempire al suo interno il “grappolo”, trasformandolo in metallo di oro o argento.
Il tutto è reso possibile da una macchina centrifuga.

Il gesso viene poi rotto per estrarre i modelli dai quali sono tolti i canali di alimentazione.
Una volta rifiniti mediante lucidatura, o altre lavorazioni, finalmente i gioielli sono pronti.